Si parla
sempre più del fenomeno “omofobia”, soprattutto qui in Italia, dove la libertà
d’espressione è diventata un lusso che pochi possono permettersi.
Arrivati ad
oggi, la società vede ancora il mondo gay fatto di lustrini e paillettes, un
mondo fatto di eccessi e trasgressione, in cui lo stereotipo gay è quello che
manifesta la sua femminilità latente personificando drag, reginette e così via.
Il mondo omosessuale non è fatto solo di questo. Il ragazzo gay può essere
chiunque: il vicino che ci saluta la mattina uscendo di casa o il commesso del
supermercato. È una persona normale, che vive in maniera ordinaria come tutti
gli altri. L’omofobia è una violenza psicologica e delle volte fisica per chi
la subisce. Episodi come violenze sugli omosessuali, ragazzi gay che vengono
pestati, offesi, togliendo loro tutta la dignità sono sempre più frequenti. La
libertà di pensiero è lecita, tutti hanno il diritto di non accettare gli
omosessuali, purché vengano sempre e comunque rispettati e trattati come
qualsiasi altra persona a prescindere dall’orientamento sessuale.
I primi a
riscontrare l’omofobia, talvolta, sono gli stessi omosessuali. Secondo lo
psicanalista e sociologo tedesco Erich Pinchas Fromm, questa sorta di autofobia
è più frequente negli uomini che nelle donne ed è dovuta al timore di essere
considerati diversi. A livello inconscio l’omofobia porta, nella maggioranza
dei casi, a interiorizzare tali discriminazioni e a reprimere la propria
sessualità fino a provare odio e ripugnanza per i propri simili. Il mondo LGTB
(Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) è vittima ogni giorno del
cannibalismo sociale: in Italia i suicidi della popolazione gay costituiscono
il 30% dei suicidi adolescenziali secondo i dati del Dipartimento di Salute
Pubblica.
È turpe pensare che ragazzi giovanissimi arrivino a trovare una via
di fuga con la sola morte, a causa del bullismo, delle violenze, delle offese e
dei soprusi subiti nel corso della loro vita.
Nella comunità europea sono molte
le Nazioni che hanno adottato misure di leggi contro l’omofobia e le
discriminazioni che essa comporta. In Paesi come la Francia, Svezia, Islanda
l’atteggiamento discriminatorio contro persone omosessuali è punito con
l’arresto, al fine di garantire il benessere di tutti i cittadini senza
considerare l’orientamento sessuale. Si spera che, ben presto, anche l’Italia
possa abbracciare l’idea che nessuno è superiore a nessuno e che, nonostante le
diversità che ci allontanano, ci accomuni il fatto che siamo tutti figli di uno
stesso “Padre”.
La Chiesa cattolica risiede nel cuore del nostro Paese e, come
ben sappiamo, essa ha quasi sempre concepito l’omosessualità come un qualcosa
di anti-naturale e anti-cristiano, vedendola come una minaccia per la famiglia
tradizionale. Da circa un anno, però, con l’avvento del nuovo Papa – Jorge
Mario Bergoglio – conosciuto in tutto il mondo come Papa Francesco, le cose
sembrano prendere una svolta. Egli ha, infatti, affermato più volte che la
Chiesa è la casa di tutti e che tutti possono farne parte e che nessuno – com’è
giusto che sia – ha il diritto di giudicare gli omosessuali, dal momento che,
nella creazione Dio ci ha resi liberi. Dopo secoli di Chiesa cattolica, Papa
Bergoglio è stato il primo pontefice ad affermare, con assoluta fermezza, che
essa non ha il diritto di giudicare le scelte personali dei fedeli, semmai,
dovrebbe limitarsi ad accompagnarli con misericordia nel cammino della loro
vita. Alla base di questa visione del mondo, da parte di un uomo che è qui col
compito di rappresentare Dio sulla terra, lo Stato dovrebbe prendere
ispirazione per disegni di legge che prevedano provvedimenti sanzionatori per
tutti coloro che beffano e ingiuriano contro persone che – a prescindere dal
loro orientamento sessuale – sono pur comunque creature di Dio. Nessuno,
infatti, dovrebbe vivere con la paura di essere schernito e denigrato
costantemente da persone stupide e inette, quali sono gli omofobi.
Proprio come
dice l’attore e regista statunitense Morgan Freeman «Odio la parola omofobia.
Non è una fobia. Tu non sei spaventato. Sei solo un coglione».