«Li avete presi
gli inviti, vero?», si preoccupò Esther.
Emperatriz li
tirò fuori tutti e tre dalla borsetta e li presentò agli addetti della
sicurezza che, solo dopo averli visionati, trovando conferma dei loro nomi
sull’elenco dei previsti alla cerimonia, le lasciarono passare dando loro il
benvenuto.
«Se aspettavamo
voi due…» mugugnò Emperatriz in direzione di Esther e Nacha, facendo nascere in
quest’ultima un piccolo broncio divertente sul viso che le portò a ridere,
mentre arrivavano nella sala adibita al party.
«Wow! Non si può
dire che non sappiano fare le cose in grande…» commentò Esther, afferrando un
bicchiere di champagne dal vassoio di
uno dei camerieri che si muoveva tra la folla.
Aveva ragione.
Sembrava di essere stati catapultati in un mondo diverso, un mondo fatto solo
di lusso e di bianco, ma di grande eleganza e senza l’ombra di volgarità.
L’ostentazione stessa della ricchezza era accurata e – a tratti – addirittura
riservata, cosa che probabilmente doveva essere nell’indole stessa delle due
famiglie a capo dell’organizzazione della serata.
Nacha si ritrovò
a pensare che provava la medesima sensazione ogni volta che passava davanti
alle ville dei Monserrat e di Madrigal. Le aveva sempre trovate dimore
sontuose, sì, ma non esagerate come quelle dei ricconi che si vedevano in tv e
che nulla avevano di elegante poiché – dell’esagerazione – ne avevano fatto il
loro stile di vita.
«Ah! Siete
arrivate!» la voce di Dante le raggiunse poco dopo, portando Nacha a sorridere
e le altre due a sbuffare.
«Visto? E poi
dici che ho torto!» fece Esther, dando un colpetto al braccio di Nacha.
«Smettila!», la
rimproverò bonariamente l’amica.
«Di cosa
parlate?» chiese Dante incuriosito dal loro breve scambio di battute.
«Di nulla!
Lascia perdere…» tagliò corto Nacha, ma Esther ovviamente non poteva di certo
farsi scappare l’occasione di una bella litigata con lui.
«A dire il vero
stavamo parlando di quanto tu sia un vecchio maniaco, che dovresti fartela con
quelle delle tua età e lasciare Nacha a ragazzi tipo…» nel bel mezzo della
frase Esther si bloccò, fissando con occhi spalancati qualcosa alle spalle di
Dante.
«Tipo?» la
incitò quest’ultimo, che non si sarebbe fatto scappare la chance di battibeccare ancor meno della ragazza che adesso gli
stava di fronte.
Dopo pochi
attimi Esther parve riprendersi e un sorrisino malizioso le comparve sul viso.
«Tipo quel gran
bel pezzo di ragazzone che si sta avvicinando in questo preciso momento…»
«Ma di che stai
parl…» la stessa Nacha fu costretta a interrompersi, mentre si voltava verso i
due. Le sue iridi incontrarono quelle scure di un ragazzo che, appena arrivato
accanto a Dante, gli aveva posato una mano su una spalla e guardato il loro gruppo
con un contagioso sorriso; il più affascinante che Nacha avesse mai visto. I
capelli bruni di lui erano corti e luminosi, portati leggermente spettinati, ma
non troppo. Era alto e atletico, indossava un completo giacca e pantalone
abbinato a una camicia blu notte senza cravatta e di poco aperta sul davanti.
Uno stile a metà tra il casual e
l’elegante, ma che si sposava benissimo con la sua postura, con il suo
atteggiamento e il modo di fare aperto e gioviale.
«Scusate se vi
interrompo, ma…Dante? Nostro padre ti sta cercando, vuole parlarti. A dire il
vero, sia lui che Manera vogliono parlarti…»
Le ragazze
strabuzzarono ancora di più gli occhi, ma solo Esther – la più sfacciata tra
loro – riuscì a tirare fuori il motivo del loro sbalordimento.
«Vostro padre?
Cioè… voi due siete fratelli?»
«Purtroppo sì!»
rispose Dante, ma il nuovo arrivato non diede peso a quel commento a mezza voce
e annuì sorridendo.
«Sì, lo siamo!
Io sono il fratello minore di Dante, il terzo in famiglia! Mi chiamo Nicholas…»